Ha fatto bella ogni cosa

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Problemi con lo specchio? Non ti piaci, dentro e fuori? Capisco, perfino le star di Hollywood dicono di detestarsi, di essere insicure quando urtano i propri difetti, le debolezze, le imperfezioni. E noi, che corpi scolpiti dai muscoli e misure da sballo non le abbiamo, ci deprimiamo per molto meno. Cambiamo atteggiamento, modo di ridere, pensieri e gusti come fossero pettinature, ma il risultato non cambia. E l’aspetto fisico o quello interiore c’entrano solo marginalmente. Il fatto è che il demonio, con la sua menzogna, ci ha resi “sordi” e “balbuzienti”, come suggerisce l’originale greco. Se ci fermiamo ad ascoltarlo, infatti, finiamo come Eva con il credere che Dio non ci ama. E questo è come una bomba che ci scoppia a pochi metri, fa saltare i timpani. Per questo non possiamo più ascoltare la voce di Dio che ci annuncia il suo amore infinito e inossidabile; e ci ritroviamo a “tartagliare” parole incomprensibili perché ormai incapaci di discernere la sua presenza nella nostra vita. E se Lui non c’è tutto diventa “brutto” perché dove manca l’amore svanisce il senso delle cose che si fanno, e ci si chiude nell’egoismo, incapaci di ascoltare e parlare. Per questo non ci piacciamo e ci disprezziamo scivolando in uno stato perenne di angoscia, nevrosi e insoddisfazione. Per questo, e non solo per i modelli mondani, le nostre figlie lambiscono la voragine dell’anoressia e della bulimia, e così spesso ci cadono dilaniandoci il cuore. Il demonio ci inganna nascondendoci il sole che fa “bella” la nostra vita, ovvero l’amore di Dio che bruciando i peccati nel perdono fa risplendere in noi la sua immagine. Chi non si sente amato da Dio si vede brutto, sempre. E chi si vede brutto può fare qualunque cosa, trascinando gli altri nel buio della propria vita ormai senza valore. Ad esempio, anche la concupiscenza che tuo figlio non riesce a frenare nasce dal disprezzo di se stesso che intorbidisce i pensieri del suo cuore. E non possiamo farci nulla, serve un miracolo, di quelli che solo Gesù può fare. Non illudiamoci, è inutile esigere perché un sordomuto è isolato dal mondo e ha perciò bisogno di qualcuno che lo “conduca” a Gesù e lo “preghi” a suo nome. Non dimenticare che tuo figlio è già da tanto che non ascolta Dio, per questo non ha parole da rivolgergli. Devi parlare tu per lui, pregare Gesù prestandogli le tue labbra e il tuo cuore. Ma non disperare, puoi pregare e condurre a Cristo tuo figlio che forse non ne vuol sapere accogliendolo nelle tue suppliche; coraggio, perché Lui “passa” oggi “per Sidone, in pieno territorio della Decapoli”, cioè nel pieno della vita pagana e dissoluta di chi è incapace di accogliere e donare amore. E forse lo siamo tutti… Ma tutti il Signore accoglie per “portarci in un luogo solitario”, immagine della comunità cristiana che ci protegge “dalla folla” dei pensieri mondani. Nella Chiesa, infatti, possiamo trovarci a tu per tu con Gesù, con le sue “dita” e la sua “saliva”, ovvero con la sua carne e le sue parole, i sacramenti e la predicazione, che hanno il potere di sanare “orecchi” e “lingua”. Attraverso i suoi ministri Gesù “guarda il Cielo” e, “sospirando” di compassione per ogni peccatore, lo fa scendere in terra. “Effatà, apriti!” dice rivolgendosi personalmente a ciascuno di noi, perché non sono le membra a dover guarire, ma il cuore.  “Apriti!”, ed è come un parto: si aprono, infatti, le viscere di misericordia della Chiesa e possiamo rinascere come creature nuove, plasmate dall’amore di Dio. Attenzione però, questo miracolo non cambia una virgola della nostra storia, ma ci apre gli “orecchi” per ascoltare la sua Parola che la illumina; e ci schiude la “lingua” per “parlare correttamente”. Ed è proprio questo il frutto maturo del miracolo di Gesù, che nel Vangelo è cristallizzato in un momento, ma che in noi si dà solo attraverso un lungo cammino di conversione nella Chiesa. Un cristiano, infatti, è colui che, dopo aver “ascoltato” sa parlare “con-rettitudine” di Dio, cioè nella lode e nella gratitudine, perché ha sperimentato che nell’amore “ha fatto bella ogni cosa” nella sua vita.

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